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Epidemia di epatite A nei paesi EU/EEA - Secondo aggiornamento

Epidemia di epatite A nei paesi EU/EEA - Secondo aggiornamento

08/05/2014

Dal 1 gennaio 2013, sono stati segnalati 1315 casi di epatite A (HAV) in 11 Stati membri della UE, potenzialmente legati  ad un focolaio epidemico in corso. Di questi,  240 sono risultati legati ad un unico focolaio epidemico poiché accumunati dalla stessa sequenza KF182323 della regione VP1-2a del genoma virale. Inizialmente il focolaio è stato associato a persone che avevano viaggiato in Italia. Tuttavia sette Stati membri  (Francia, Germania, Irlanda, Norvegia, Paesi Bassi, Svezia e Regno Unito) hanno segnalato casi di infezioni anche in persone che non si erano recati in Italia. Indagini epidemiologiche, microbiologiche e ambientali indicano i frutti di bosco surgelati come veicolo di infezione, suggerendo la presenza di  un unico focolaio, collegato ad una fonte comune e continua presente in UE /EEA. Comunque, non si possono escludere altre possibilità di infezione, come ad esempio la contaminazione incrociata in un ambiente di produzione alimentare o la presenza di un ceppo epidemico già diffuso ma, ad oggi, non individuato.

 E' possibile, a causa delle caratteristiche del patogeno (ovvero bassa infettività e lungo periodo di incubazione) e del veicolo (lunga shelf-life e complessa catena di trasformazione e distribuzione), che altri casi vengano segnalati anche da altri Stati dell'UE. Nonostante gli sforzi coordinati tra EFSA, ECDC, Stati membri coinvolti e Commissione europea, l'indagine trace-back degli alimenti in corso non ha ancora individuato una probabile fonte di contaminazione. In conformità con le linee guida nazionali, gli Stati membri potrebbero prendere in considerazione l'immunizzazione attiva o passiva dei soggetti  a stretto contatto con le persone infette, al fine di prevenire la trasmissione secondaria. Tutte le informazioni utili sulle indagini nazionali trace-back saranno raccolte e inserite nella HAV-Trace exercise attraverso la piattaforma RASFF (Rapid Alert System per alimenti e mangimi).

Gli Stati membri coinvolti potrebbero attuare delle misure di prevenzione a livello nazionale, in considerazione del rischio per la salute pubblica determinato dalla contaminazione dei frutti di bosco surgelati. In particolare, i vari paesi potrebbero informare i consumatori del rischio alimentare, raccomandando il consumo del prodotto previo trattamento termico, e promuovere la vaccinazione HAV a persone che potrebbero essere esposte al contagio. Dovrebbe essere incoraggiata una maggiore sorveglianza epidemiologica e microbiologica per HAV in UE/EEA. Al fine di confermare l'ipotesi di un unico focolaio sarebbe opportuno effettuare un intero  sequenziamento del genoma, in isolati virali provenienti da diversi campioni, durante l'epidemia.   

 L'ECDC, l'EFSA e la Commissione europea, in collaborazione con gli Stati membri interessati, continueranno il monitoraggio dell'evento finalizzato ad identificare il veicolo e la fonte di infezione. La valutazione del rischio verrà aggiornata non appena nuove informazioni saranno disponibili.